Appello per la libertà di espressione, di comunicazione e di informazione in rete

Pubblicato il da Redazionale

Oggi i diritti di espressione dei cittadini si esercitano anche attraverso la telematica.
Sottoscriviamo questo appello affinché sia garantito anche in rete il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, stabilito dall'articolo 21 della nostra costituzione. L’attuale legislazione in Italia e’ infatti squilibrata: esiste una normativa recentissima sul diritto d'autore che reprime ferocemente la pirateria informatica e telematica (per tutelare le aziende del software) e non esiste come contrappeso una normativa che tuteli i diritti dei cittadini alla comunicazione telematica, in particolare di quei cittadini che decidono di partecipare attivamente al processo di creazione delle informazioni in rete.
In tale situazione di incertezza l'informazione popolare, gratuita, amatoriale e basata sul volontariato rischia di morire a tutto vantaggio dell'informazione commerciale e centralizzata dei grandi gruppi mediatici, editoriali e televisivi. Denunciamo il modello dittatoriale che domina il flusso planetario delle notizie. La maggior parte delle informazioni che circolano su giornali, telegiornali, radio e riviste proviene da un oligopolio di agenzie di stampa internazionali, che ogni giorno svolgono un’opera di selezione, controllo e filtraggio delle informazioni. La gente comune e' esclusa dal grande circo dei media, i cui attori principali sono le società che dominano il mercato dell’informazione mondiale. Quattro agenzie di stampa gestiscono da sole l’80 per cento del flusso delle notizie sull'intero pianeta: sono le americane Associated Press e United Press International, la britannica Reuter e la francese France Presse.
La maggior parte delle informazioni che riguardano il sud del mondo passa attraverso queste grandi agenzie di stampa prima di raggiungere i nostri giornali e i nostri TG. Spesso le realtà più emarginate e le più grandi ingiustizie sociali vengono semplicemente ignorate. Tutta l’informazione prodotta al di fuori del cerchio ristretto delle grandi agenzie di stampa viene soffocata e travolta dai colossi dell’informazione. I protagonisti delle notizie vengono immediatamente espropriati delle informazioni che li riguardano, e immediatamente i fatti vengono raccontati, una volta filtrati dai grandi gestori dell’informazione, senza che coloro che sono parte in causa abbiano la possibilità di esprimersi. Tutto ciò può essere combattuto soltanto garantendo una molteplicità delle fonti informative e garantendo a ogni individuo l’accesso a potenti canali comunicativi attraverso il pieno utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione.
La concentrazione di grandi gruppi editoriali, televisivi e mass-mediatici, frutto del cammino inesorabile verso il mercato globale, sta soffocando la piccola editoria, l’autoproduzione letteraria, la stampa locale, le piccole riviste delle associazioni e degli organismi no profit, schiacciati da un "libero" mercato sempre più esigente e competitivo. Ogni giorno, nell’indifferenza generale, muoiono riviste, case editrici, piccole radio locali e molte altre forme di espressione editoriale, radiofonica e televisiva che non possono garantire il profitto necessario alla propria sopravvivenza.
Questa nuova forma di censura e di limitazione della libertà di stampa, che si nasconde dietro la presunta ineluttabilità delle leggi economiche, e' un grave pericolo per la nostra libertà di espressione, per il nostro pluralismo e per la nostra democrazia. I nuovi bavagli alla libertà di stampa, alla libertà giornalistica e alla libertà editoriale passano inosservati alla maggior parte delle persone, e proprio per questo rappresentano una preoccupante minaccia per una società civile distratta. Di fronte a questa grave crisi editoriale, già da tempo avvertita dagli operatori del settore, rivendichiamo il diritto a forme di espressione, di stampa e di scrittura costruite con nuove regole, che diano priorità ai contenuti e non alla vendibilità di un prodotto culturale come un libro o una rivista, che favoriscano la produzione di informazione locale, variegata, multiforme, pluralistica e autogestita, in alternativa alle strutture che possono permettersi di sostenere i pesantissimi costi fissi necessari per la distribuzione dei propri prodotti editoriali nei supermercati, negli autogrill e nelle edicole di ogni città d’Italia.
L’accesso all’informazione e ai mezzi di comunicazione (telematici e non) e' un diritto fondamentale per ogni essere umano. Gli stati, le istituzioni, gli operatori pubblici e privati devono garantire operativamente questo diritto. Il vero valore della comunicazione in rete e' rappresentato dalla persone, non dalla tecnologia. Il massimo potenziale della rete sarà raggiunto solo quando chiunque lo desideri potrà usarla in modo aperto e libero.
Tutti devono poter partecipare alle attività dei mezzi di comunicazione, producendo, consultando e rielaborando informazioni, in rete e fuori, senza nessun controllo governativo o commerciale, indipendentemente dalle possibilità economiche e dalle condizioni fisiche e mentali, senza nessuna discriminazione di sesso, razza, classe sociale, lingua, orientamento sessuale e culturale.
Rifiutiamo qualsiasi legge o normativa che introduca in rete elementi di restrizione o repressione, o che limiti l’utilizzo delle tecnologie telematiche, come è già accaduto per le tecnologie radio, dove un sistema di autorizzazioni e licenze ha di fatto impedito l’accesso diffuso e popolare alle possibilità di cambiamento sociale offerte dalle trasmissioni radio. L’utilizzo di tecnologie per la comunicazione elettronica in rete non deve essere vincolato ad autorizzazioni o concessioni ne' limitato da ostacoli fiscali o burocratici, ne' deve essere regolato in maniera differente da quanto avviene per le altre forme di esercizio della libertà di pensiero, di opinione, di associazione e di stampa.
Lanciamo alle realtà della società civile che si riconoscono in questo comunicato, alle associazioni, ai giornalisti e agli operatori dell’informazione, del diritto e della cultura un appello affinché si affermi una normativa nazionale che incorpori civili standard giuridici finalizzati alla tutela dei cittadini della società dell'informazione che usano la telematica e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per la propria crescita culturale, per scopi di cooperazione solidale e per la socializzazione dell’informazione democratica.
La lotta per i diritti dei cittadini del futuro per noi è già iniziata.

Con tag Comunicazione

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: